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Ritrovare programmazione e competitività per il made in Italy

All’Italian Fruit Village l’ortofrutta italiana che si riconosce sotto la bandiera della Coldiretti ha parlato del prodotto ortofrutticolo made in Italy in un periodo in cui i mercati internazionali sono condizionati dalla Brexit, delle tensioni mediorientali e sudamericane, da un embargo prolungato sul fronte russo e da una non chiara situazione sul versante cinese. Il tutto gravato da un appesantimento della bilancia commerciale da un lato e dalle sfide che la prossima Politica Agricola Comune pone.

Per Ettore Prandini, presidente Coldiretti, l’ortofrutta italiana deve tornare a programmare nel medio lungo periodo e spingere affinché il ministero dell’agricoltura diventi il ministero dell’agroalimentare.

Sul Green Deal europeo Prandini sente l’urgenza di far capire come l’agricoltura italiana può contribuire a ridurre l’anidride carbonica che può essere naturalmente assorbita dal terreno. “Ma se non parliamo ora – dice – anche su questo tema verremo superati dalle aziende nordeuropee”.

Infine sul mercato russo Prandini teme che lo stop imposto abbia compromesso la capacità di rientrare nel momento in cui l’embargo verrà rimosso.

Aggregazione e innovazione sono le parole chiave per Sonia Ricci. La direttrice della Op Agrinsieme, una delle più importanti del centritalia, ha insistito su questi due temi chiamando in causa le Op per l’aggregazione e l’OCM per quanto riguarda l’innovazione. Un vero e proprio mantra, ripetuto più volte dalla Ricci, quello di riportare valore alla produzione, facendo leva anche sui marchi di qualità territoriali, come ad esempio il lavoro fatto sul Carciofo di Paestum IGP.

Il mercato russo è stato il primo mercato estero per Terra Orti. Il mercato interno, racconta – racconta Emilio Ferrara –  sembra essere saturo e paradossalmente viene occupato da produzioni estere che risultano essere più convenienti delle nostre. Abbiamo, dunque, l’esigenza di rendere più competitivo il made in Italy e per fare questo sicuramente l’aggregazione diviene un elemento strategico fondamentale.

Per Marco Salvi, presidente Fruitimprese, l’esportazione è l’elemento naturale. Per lui l’emergenza sanitaria in Cina può essere occasione per chi, come l’Italia, produce prodotti sicuri e di qualità. È innegabile, però secondo Salvi, che una perdita di competitività ci sia stata per i prodotti italiani sui mercati esteri.

Al Village anche Paolo Bruni, presidente CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli), il quale ribadito la necessità di fare sintesi per rappresentare le istanze del settore e invertire la rotta.

Posted in Eventi, Fruit Logistica 2020, ITALIAN FRUIT VILLAGE, News

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